L‘Istituto Professionale di Stato a Foligno ha iniziato la sua attività in forma preistituzionalizzata nel 1957 ed ha il merito di essere stato uno dei primi istituti di questo tipo in Italia, nato dalla trasformazione della preesistente Scuola Tecnica Industriale. Aveva 83 iscritti e rilasciava solo il diploma di qualifica.
- Nel 1959 con D.P.R. 1405/59 (a firma del Presidente della Repubblica Giovanni Gronchi), viene soppressa la Scuola Tecnica Industriale e viene istituito l’Istituto Professionale di Stato per l’Industria e l’Artigianato.
- Nel 1969 vengono introdotti i corsi post-qualifica per il conseguimento della maturità professionale.
- Nell’anno scolastico 1992/1993 si attua il nuovo ordinamento in applicazione al D.M. del 24.4.92. Sono gli anni dell’espansione dell’Istituto Professionale con sedi coordinate in tutta la Regione. Nell’anno scolastico 1965/66 Foligno coordinava ben undici scuole confermandosi, così, centro dell’istruzione professionale più importante della regione.
Con l’aggregazione progressiva delle sedi coordinate ad altre istituzioni scolastiche, l’Istituto Professionale di Foligno si è consolidato nel territorio di appartenenza non venendo meno, comunque, alle sue peculiarità che lo avevano reso il primo Istituto della Regione. Molti giovani, per merito dell’Istituto Professionale, sono diventati ottimi operai qualificati ed eccellenti tecnici alle dipendenze di aziende umbre e di altre regioni, specialmente del nord.
Nel 1998 avviene l’aggregazione dell’IPSIA all’Istituto di Stato per i Servizi Commerciali, già presente nella realtà cittadina fin dagli anni ’60, da cui l’Istituto Statale di Istruzione Professionale per i Servizi Commerciali Industria e Artigianato “E. Orfini”. L’IPSIA da una parte e l’IPC dall’altra rappresentano le due anime dell’istruzione professionale presenti nel territorio folignate, unendo in sé una vocazione tecnico professionale e, più ampiamente, culturale-educativa che caratterizzano e rendono l’istituzione scolastica versatile, flessibile e fortemente integrata nel tessuto produttivo del territorio.
La Riforma dell’istruzione professionale del 2010 vede riformato l’Istituto “Orfini” con una serie di indirizzi vecchi e nuovi. Il settore dei Servizi, con i due indirizzi “socio-sanitari” e “servizi commerciali”, e il settore Industria e Artigianato, con i percorsi “manutenzione e assistenza tecnica” e “produzioni industriali e artigianali”, riassumono in sostanza i profili formativi dell’Orfini dal 2010 al 2017, anno della nuova Riforma dell’istruzione professionale.
L’Istituto Professionale per l’Industria e l’Artigianato “ Orfini” oggi, dopo il D.Lgs 61 del 2017 è caratterizzato dalla presenza di 6 indirizzi: Manutenzione e Assistenza Tecnica, Servizi per la Sanità e l’Assistenza Sociale, Industria ed Artigianato per il Made in Italy con le curvature della “Moda” e della “Meccanica”, Servizi Commerciali, Odontotecnico. Essi intendono perseguire la formazione di diverse figure professionali, tutte orientate all’inserimento nei vari settori produttivi territoriali, nazionali e sovranazionali.
I percorsi curricolari mirano all’acquisizione di competenze di gestione di interventi manutentivi, di riparazione e collaudo nel caso dell’indirizzo “Manutenzione ed Assistenza Tecnica” e di capacità organizzative e gestionali nel settore socio-sanitario sfociando nelle figure professionali di educatore di comunità, animatore, operatore OSS ecc, nel caso dell’indirizzo “Servizi per la Sanità”.
Il corso “Industria ed Artigianato per il Made in Italy – Moda” mira a fornire competenze nell’ideazione, progettazione, realizzazione e commercializzazione di prodotti nel settore dell’abbigliamento e moda, mentre quello della “Meccanica” promuove la formazione di figure professionali molto richieste nel territorio specializzate nella prototipazione, e realizzazione di prodotti industriali. L’indirizzo “Servizi Commerciali” intende formare nell’area dei servizi di comunicazione e promozione delle vendite. L’indirizzo Odontotecnico, di più recente istituzione, offre concrete possibilità di impiego nei diversi settori dell’ambito medico-dentistico.
Buone Pratiche Svolte nel campo dell’educazione digitale degli adulti
Un esempio di buona pratica svolta è il progetto-laboratorio “Creativity camp for social and sustainable development of urban centers” realizzato all’interno di un Erasmus VET nell’anno scolastico 2019/2020. Il modello proposto infatti intende promuovere la cooperazione tra la comunità scolastica, in questo caso l’ istituto professionale “Orfini”, le municipalità, nonché le attività produttive del territorio per costruire modelli di sviluppo sostenibile dei centri urbani.
Tenendo conto del fabbisogno espresso dal Comune di Foligno e dalle imprese locali gli studenti della III° Socio sanitari, a partire dal mese di dicembre, sono stati coinvolti in un percorso della durata di 24 ore, che è stato inserito nel PTOF (Piano triennale dell’offerta formativa) della scuola. Il progetto denominato “Creativity camp for social and sustainable development of urban center” assolve alle ore di alternanza scuola lavoro previste dal Ministero dell’istruzione nell’ambito delle attività degli istituti professionali.
L’iniziativa è stata condivisa oltre che con la dirigente scolastica con il consiglio di classe, con il Comitato tecnico scientifico, gli insegnati delle materie di indirizzo e i tutor referenti per l’alternanza. Le insegnanti di indirizzo coinvolte sono delle materie “igiene e sicurezza” e “metodologie”, oltrechè le insegnanti di sostegno per studenti con bisogni speciali. Anche gli insegnamenti “scienze umane e sociali” e “tecnologie” sono state in sede di consiglio di classe chiamate a collaborare rispetto all’elaborazione e sviluppo delle idee smart per lo sviluppo sostenibile. Il percorso laboratoriale, ha previsto 12 incontri della durata di 2 ore ciascuno e si articola in 3 azioni:
- Formazione teorica in aula (6 ore): si tratta di incontri frontali con esperti al fine di fornire agli studenti le basi teoriche per l’individuazione e la progettazione di “idee for social” e che tengano conto degli obiettivi di sviluppo sostenibile, in particolare della sostenibilità dei centri urbani. Si approfondiscono e trasferiscono agli studenti elementi di impresa sociale, economia del territorio, analisi dei bisogni del territorio, marketing e comunicazione, progettazione di un servizio.
- Laboratorio creativo (14 ore): attraverso l’attività di laboratorio si realizza una vera e propria simulazione volta alla creazione/progettazione di un servizio. Gli studenti della classe, divisi in gruppi, tenendo conto dell’idea individuata, elaborano un progetto. Per la costituzione dei team di lavoro a ciascun allievo viene chiesto di iniziare a definire una propria “idea di servizio per il sociale” da esporre a tutta la classe. Con l’intero gruppo classe, alla presenza dello staff del progetto e degli insegnanti della classe, si innesca un brainstorming allo scopo di individuare le idee sviluppare. Una volta definite le idee, si costituiscono i gruppi di lavoro. Per la formazione delle squadre, in collaborazione con le insegnanti referenti, si è tenuto conto degli interessi e delle attitudini dei singoli partecipanti, della sfera caratteriale e relazionale dei “componenti il team”, della maggiore o minore propensione di lavorare in gruppo, del rendimento scolastico. Per una equa e partecipata “competizione fra idee”, si sono strutturati dei gruppi affiatati, il più possibilmente omogenei dal punto di vista delle capacità e delle competenze. Sono state individuate le seguenti idee: uno spazio di animazione e ludico ricretaivo per i malati in degenza presso l’ospedale o centri di ricovero, case di riposo; “orto urbano” dove bambini ed anziani si incontrano e con il supporto di esperti (operatori e animatori sociali) praticano le tecniche delle colture; “bee house” luogo dove avviare laboratori per la costruzione e l’insediamento di alveari “creativi” fatti ad esempio proprio a forma di ape e creati dalla collaborazione fra giovani ed anziani; centro comunale per la pratica degli sport a favore di disabili. Le idee individuate prevedono poi il coinvolgimento attivo degli studenti coinvolti nel progetto, in qualità di operatori sociali, animatori o operatori sociali. La buona parte delle idee porterebbe come risultati all’attivazione di centri di animazione e di sostegno dei servizi di cura, con effetti positivi anche in termini di trasferimento di competenze fra generazioni e nello stesso momento favorirebbe un piacevole positivo benessere psico-fisico fra gli utenti partecipanti. I risultati a sostegno dello sviluppo sostenibile dei centri urbani sarebbero diversi, tenendo conto che in Italia e questo vale anche per l’Umbria, il sistema di cura e sostegno degli anziani avviene attraverso la figura delle “badanti” a supporto del signolo e dove quindi scarsi o quasi nulli sono i momenti di animazione
- Presentazione delle “idee progettuali” (4 ore). Per individuare le migliori idee, a conclusione del laboratorio, si è svolta una competizione, gestita secondo le dinamiche di un game. I ragazzi, divisi in squadre, hanno presentato nel tempo di 10 minuti la loro idea ad una commissione di esperti chiamata a selezionare i migliori elaborati. Gli indicatori di valutazione sono stati: consistenza dell’idea, originalità e fattibilità del prodotto sul mercato, risorse finanziarie, aspetti europei e di sviluppo sostenibile, innovazione, qualità della presentazione e della performance.
Il laboratorio ha creato, inoltre, occasioni di scambio e confronto con l’esterno (referenti delle autorità locali e del Comune, imprese ed organizzazioni locali). Nel costruire il progetto gli studenti si attivano come si fa nel caso in cui si deve elaborare un vero e proprio progetto di sviluppo e quindi contattano, incontrano imprenditori, sindaci, assessori e tecnici del Comune, tecnici professionisti. Si relazionano con le famiglie e con altri studenti degli altri indirizzi per condividere l’idea e raccogliere informazioni, impressioni, dati, consigli, rinforzi e criticità. Ecco che scatta la collaborazione lo scambio di informazioni, la rilevazione del fabbisogno di un territorio. Tutto questo è estremamente dinamico, apre la scuola ad una dimensione di co-progettazione per il bene della città.
Le riflessioni aperte dagli studenti dell’Orfini prendono seriamente in considerazione l’importanza della sostenibilità dei bambini svantaggiati e in modo particolare degli anziani che vivono nella città. In un tempo, in cui i legami sociali e familiari si sono affievoliti, la gestione della solitudine diventa una questione politica, ossia dipende dal modo in cui una comunità sceglie di vivere le relazioni la domanda sociale richiede che si prenda in carico non il “quanto” vivere, ma il “come” vivere la longevità. Si tratta di accompagnare un processo di vita» delicato e fragile, ma incredibilmente generativo.
La via da percorrere per creare modelli efficaci di cura e rafforzare le relazioni sociali sembra avere una precisa direzione: creare rete nel territorio tra pubblico, privato sociale, privato convenzionato, imprese sociali del terzo settore, volontariato competente.
Progetti Erasmus Plus e/o di mobilità EDA
- “Vet in urban Centres” (KA2) sullo sviluppo sostenibile dei centri urbani attraverso il coinvolgimento degli istituti professionali;
- “Live discovering Diversity”(KA229)
- PON FSE “Potenziamento della cittadinanza europea”, nel quale gli studenti sono introdotti alla conoscenza delle Istituzioni Europee e concludono il progetto con una mobilità transnazionale.
L’Istituto Orfini ha partecipato a molti progetti Europei negli ultimi anni:
- 2016-17 Erasmus TREES
- 2017-2018 Erasmus TIME4TEA
- 2017-2018 Erasmus “Ty.foo.n.cat”
Ogni anno gli studenti prendono parte ai corsi Trynity, Cambridge e Delf per migliorare le competenze linguistiche. Nell’A.S.2018/19, l’Istituto, attraverso un progetto MIUR, ha avuto la possibilità di avvalersi di un assistente di lingua inglese e nel 2016-2017 di un assistente di lingua francese.